Il nido dell'artista.

La spumosa coperta blu ciano tessuta con cura da fragili conigli, avvolge con innaturale leggerezza il mio corpo.

Fiori strabordano dalle mie palpebre, come lacrime fecondate da farfalle e polline. Un gioco a far l'amore, racchiuso all'interno di quel nido, chiamato volgarmente "scatola cranica". Espande spasmodico questi petali color paglierino all'interno del mio costato, irrefrenabilmente. Quella calda coperta, colava in ogni dove sul mio viso, intingendo quelle ciocche color del sole, di blu mare e terra grezza.

Mi feci terra, e fiori.

Mi feci mare e sabbia.

Questa simbiosi obbligatoria con il mondo mi squagliava il cuore.

Quanto dolore mondo, troppo dolore.





mercoledì 16 novembre 2011

Pornograficamente parlando.

Chi è che decide, se un disegno possa essere giudicato come "pornografico"
Chi può avvalersi di questo giudizio così forte e crudo, nei confronti di un artista, come Egon Schiele?
Chi, se non una società falsa e intimamente perversa, come quella odierna?
L'arte non è volgrare. Il volgrare, sta solo ed esclusivamente negl'occhi di chi la guarda. 
Aspetto ancora un cambiamento, da questo torpore inesorabile. 
Svegliate, aprite le vostre menti. Accogliete l'arte, ancora una volta. Ancora per sempre. Un mondo mostruosamente banale, non lo vuole nessuno. Almeno spero.